Il pizzaiolo di fiducia

Nicola è il nostro pizzaiolo di fiducia, orgogliosamente italiano. Ha fatto la sua insegna e il suo menu scrivendo quasi tutto in italiano per rimarcare la genuinità del prodotto. Recentemente, con l’amico Lorenzo, ha ampliato la sua attività producendo anche la pasta (davvero buona; ve la consiglio al vostro prossimo viaggio a Montevideo). Per produrre la pasta ha dovuto far arrivare trafile in bronzo e macchinari dall’Italia.
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Bizzarrie degli scontrini fiscali

Alcuni scontrini fiscali ci sembrano bizzarri e non meno particolari ci appaiono le leggi fiscali volte al controllo dell’evasione (piaga ben nota in Italia).
Primo scontrino da parte della Farmacia SAN ANTONIO che ci vende francobolli. Avete capito bene i francobolli ve li vendono in farmacia ma per fortuna non vengono gravati di IVA (come avviene in Italia per i carburanti che sono per lo più fatti di tasse + IVA).
Secondo scontrino un AUTOSERVICE cioè il piccolo supermercatino dell’angolo che ci vende il tabacco e ci aggiunge l’IVA; ma il prezzo del tabacco non è in gran parte già fatto di tasse?
Ultimo esempio dal Ristorante IL PALACIO di Colonia dove, se paghi con carta di credito hai uno sconto consistente perchè oltre a non pagare mance non paghi l’IVA: lo Stato cerca di favorire l’uso delle carte di credito per ridurre il contante circolante e per assicurarsi che i negozianti emettano gli scontrini e accetta di abbonare l’IVA pur di raggiungere l’obbiettivo.
L’alimentari sotto casa emette scontrino per il tabacco; da noi i tabacchi si vendono senza scontrino perché hanno il bollo.
La farmacia emette scontrino per l’acquisto di francobolli. Ma uno scontrino non è già un bollo di suo?
Misteri fiscali..
Se paghi con il bancomat hai uno sconto. In certe situazioni (credo se il bancomat è straniero) lo sconto è altissimo, perché elimina completamente l’iva.

Negozi improbabili

In centro città abbiamo trovato questa insegna: “Casa del control remoto” ovvero Casa del Telecomando. in zona c’è la Casa de las telas (tele e scampoli), la Casa de la rueda (ruote delle sedie o da mettere sotto i mobili), la casa del colchón (materasso) e milioni di altri nomi del genere.

Festa di compleanno

Ieri sera abbiamo festeggiato Marta per il suo compleanno. Eravamo qui in casa sua in tredici adulti con tre minori (una ragazzina, una bimba e Dante di otto mesi). C’erano Italiani, Uruguayani e Brasiliani.
Ovviamente non c’erano sedie per tutti e tanto meno tavoli cui appoggiarsi ma sembra che la cosa non fosse di peso per nessuno (tranne che per me).
Dopo qualche stuzzichino di apertura, abbiamo pasteggiato con pizza proveniente da Nicola (il nostro bravo pizzaiolo di fiducia) e birra, Poi abbiamo tagliato la torta fatta da Laura (amica e collega di Marta) con pan di spagna a strati alternati a pesche sciroppate, imbevuto dallo sciroppo delle pesche e ricoperto da crema pasticcera e meringhe: una vera bomba. Poi spumante italiano e liquori vari. C’era anche della birra, davvero eccellente, fatta in casa dagli amici brasiliani Diogo e Maîte (Marta correggerà perché non so come scrivere i loro nomi).
Vista la giornata c’è stato anche un tentativo di cantare “Bella Ciao”.
Laura: docente, traduttrice e pasticcera sopraffina <3
Foto di Yliana

Taberna Vasca

Ieri a pranzo siamo stati portati da Camila, la coinquilina di Marta, a pranzo in centro. Lei voleva contraccambiare la cena offertale la sera precedente costituita da CHIVITOS (un panino gigantesco con ogni ben di dio) con contorno di una montagna di patatine dorate (proprio come quelle di Tex e Carson).
Abbiamo pranzato ad un ristorante BASCO, tipico e relativamente rustico. Il ristorante è posto al primo piano di un palazzo e mi è sembrato che i suoi clienti non fossero tanto dei turisti quanto dei Montevideani buongustai e degli immigrati Baschi nostalgici.
Pranzo perfetto. Non ho potuto gustare la Lingua di bovino che è la specialità della casa, ma ho mangiato della coppa di maiale straordinaria con un mezzo Boniato guarnito da mandorle ed altro. Il Boniato sarebbe la batata, un tubero tozzo dalla forma allungata, diffuso in Sud America di consistenza simile a quella della patata ma di gusto delicatissimo. Cercherò di portarne a casa un paio di tuberi per vedere se cresce e dà frutto nel mio orto.
inserimento di marchi e prodotti a fini commerciali
Boniato zanahoria e due boniatos criollos

I marciapiedi di Montevideo

Sono proprio incredibili. Sono tutti piastrellati con delle mattonelle in gres, di solito quadrate e di una ventina di centimetri per lato. Sono in genere larghi e tutti quanti alberati. Nel quartiere di Marta gli alberi sono quasi tutti Platani. Appare subito evidente che i marciapiedi non sono di proprietà pubblica ma di proprietà degli edifici che li fronteggiano. Il risultato è che ogni pochi metri, passando da una proprietà all'altra, cambiano il tipo di pavimentazione ed il colore. Questo aspetto è il male minore. Il problema invece è che nessuno si occupa di riparare i danni che per qualsiasi motivo si determinano all'impiantito. I buchi, le sconnessioni, le piastrelle mancanti e quelle che staccate dal fondo vagano in giro sono frequentissimi. Rari tratti ben sistemati da frontisti volenterosi lasciano subito il passo alle solite buche. Io cammino solo con la testa bassa senza potermi guardare intorno per tema di andare a gambe all'aria. Direte che è un problema sono mio, di me vecchietto. Però io non ho ancora visto un solo passeggino in giro: è impossibile infatti riuscire a superare tanti ostacoli.
Una cosa bella però i marciapiedi montevideani ce l'hanno. Alcuni abitanti adottano gli alberi davanti a casa loro ed allora si sbizzarriscono costruendovi attorno muriccioli o inferriatine di contenimento o mettendo a dimora piante e fiori. Oggi ho visto due alberi consecutivi con attorno una sorta di gabbia che sosteneva vasi con piante verdi fino a circa due metri d'altezza: formavano una vera giungla; tra i due alberi, al riparo da tanta verzura, c'era una panchina (cementata per terra e legata ad una inferriata da catena e lucchetto) per poter godere dell'oasi auto prodotta.

La pasta

Oggi ho visitato un supermercato discretamente ben fornito.
C’era della pasta di provenienza italiana, addirittura di tre marche diverse, Agnesi, Divella e Barilla (quest’ultima dal prezzo doppio delle altre). Mi ha incuriosito una confezione di spaghetti di marca MILANO perché, a dispetto del nome, erano fabbricati in Egitto.