come ti influenzo l’opinine pubblico ed il voto

Ciao Italo,

Avevo visto l’articolo e mi aveva impressionato. Non l’ho fatto girare subito e poi mi si è bloccata la connessione impedendomi di risponderti.

Certo che è impressionante.

Ciao   Ambrogio

Il 18/03/2018 11:40, italo bertocchi ha scritto:

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Ciao due riflessioni

Carlo ce lo aveva sempre detto (notizia identica anche su repubblica):
dal coordinamento di Banca Etica mi viene invece la mail seguente:

CIRCOLARE NAZIONALE – gennaio 2018 – a cura della RETE DI MILANO

La solidarietà non è reato

 care amiche, cari amici,

il cammino della Rete Radié Resch dopo lultimo Convegno (2016) è stato incentrato su un lavoro di riflessione su quale Rete, quale solidarietà”. La solidarietà è la ragion dessere della Rete, il suo carattere fondante. Da 54 anni la Rete pratica la solidarietà, ma nello stesso tempo ha continuato a interrogarsi su cosa significa, nel mutare del tempo, essere solidali con i poveri: ascoltando la loro domanda di giustizia, cercando le cause che producono impoverimento, cooperando con gli operatori di giustizia. Ma proprio nel corso del 2017 si è sviluppato un processo che ci ha colti di sorpresa: la solidarietà ha subìto una imprevista mutazione di significato presso lopinione pubblica, da valore positivo si è trasformata in concetto negativo, verso cui guardare con sospetto. Questa mutazione è diventata evidente lestate scorsa con la campagna di denigrazione delle Organizzazioni non governative (Ong) che operavano i salvataggi in mare dei migranti, prima attraverso una campagna di disinformazione a mezzo stampa, poi con iniziative di alcune Procure, infine con la normativa del governo che imponeva alle Ong vincoli non previsti dal diritto internazionale e dai codici di navigazione. Passo dopo passo, incredibilmente, è stata configurata una inedita fattispecie di reato, che è definito reato di solidarietà”.

            C’è stato in Italia un tempo in cui compiere atti di solidarietà verso una persona in pericolo veniva sanzionato con larresto o la deportazione o la fucilazione: dall8 settembre 1943 al 25 aprile 1945, i tragici venti mesi delloccupazione nazista e della Repubblica di Salò. Chi in quella metaforica notte tenne acceso fiammelle di speranza e salvò lidea stessa di umanità? Quelli che, ascoltando la propria coscienza, scelsero di resistere, perché istintivamente o lucidamente compresero che lautentico modo di salvare se stessi è di avere a cuore la salvezza degli altri. Perché, se resistere, disobbedendo alla legge dei nazi-fascisti, avesse pure avuto come conseguenza la perdita della vita, sarebbe però stata salva la propria umanità, il senso stesso del vivere. Lessenza della Resistenza è stato scegliere di restare umani in un mare di disumanità, di aprirsi allaltro che era nel bisogno e domandava aiuto, che era braccato e cercava una via di scampo. Fu una scelta di disobbedienza contro le leggi disumane dei nazi-fascisti, fu scoprire che scegliere di stare dalla parte dellumanità offesa, negata, era liberante anche per la propria dimensione esistenziale.

            I padri costituenti che lavorarono alla redazione della nostra Costituzione tradussero la drammatica esperienza della scelta resistenziale nellart. 2, che afferma: La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili delluomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede ladempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. Nessunaltra Costituzione ha un pronunciamento così forte sulla solidarietà, un dettato così solenne e vincolante. Se qualcuno, fino al 2016, avesse cercato nella nostra letteratura giuridico-penale il tema della solidarietà, vi avrebbe trovato il reato di omessa solidarietà” (omissione di soccorso di minore o incapace o di persona in pericolo). Nel corso del 2017 invece vi ha fatto irruzione il reato di solidarietà”, che potrebbe anche essere denominato reato di umanità”.

            La smagliatura giurisprudenziale a livello europeo è stata provocata da una Direttiva del Consiglio Europeo del 2002, n. 90: in essa si configurava come reato il favoreggiamento dellingresso, del transito e del soggiorno illegale di migranti, anche in assenza di profitto economico. La Direttiva invitava gli Stati dellUnione a criminalizzare persone e organizzazioni che assistono i migranti illegali. È evidente che in Italia non potrà mai essere introdotto in modo plateale il reato di solidarietà”, considerato il dettato dellart. 2 della Costituzione; ma anche in Italia nellultimo anno e mezzo sta avanzando una normativa che permette il perseguimento di comportamenti solidali nei confronti di migranti o di persone svantaggiate. Le misure che hanno colpito numerosi militanti solidali con i migranti non fanno che confermare e alimentare il sentire xenofobo e razzista che serpeggia in strati della popolazione e che deborda in manifestazioni deprecabili di chiusura e rifiuto.

            La Commissione Europea persiste in questo indirizzo, tanto che il 2 marzo 2017 ha emanato una Raccomandazione agli Stati in cui auspicava, entro dicembre, il rimpatrio forzoso di un milione di migranti irregolari. E lItalia il 12 aprile ha adottato misure in attuazione della Raccomandazione europea per rendere più efficiente il sistema dei rimpatri forzosi, anche abolendo il secondo grado di giudizio per i richiedenti asilo che hanno presentato ricorso contro il diniego dellasilo.

            Per contrastare tale tendenza si è svolta a Milano il 20 maggio 2017 una grande manifestazione “Insieme contro i muri”, a seguito della quale è stata lanciata la Carta di Milano, sottoscritta da personalità dellinformazione, dellarte, delle istituzioni: Ci impegniamo a tutelare la libertà e i diritti della società civile in tutte le sue espressioni umanitarie: quando salva vite in mare; quando protegge e soccorre le persone in difficoltà ai confini; quando denuncia il mancato rispetto dei diritti fondamentali nelle procedure di trattenimento amministrativo e di allontanamento forzato; quando adempie al dovere inderogabile di solidarietà che fonda la Costituzione italiana. Gli atti di solidarietà non costituiscono reato e le organizzazioni umanitarie, così come i singoli attivisti, non possono essere messi sotto accusa per averli compiuti.

            Si comprende dunque limportanza che il prossimo Convegno approfondisca questa complessa e decisiva questione, dichiarata già nel titolo del Convegno: La solidarietà non è reato. Re-si-stiamo umani. Restiamo umani era laccorato grido che Vittorio Arrigoni lanciava ogni giorno – a conclusione dei suoi articoli o dei suoi collegamenti telefonici – dalla Striscia di Gaza investita dalla sanguinosa offensiva israeliana Piombo fuso nel gennaio del 2009. Ma restare umani – come già nei tragici venti mesi del 1943/45 – può comportare il resistere, scelte di resistenza, cioè di disobbedienza alla legge in vigore per non accettare una spirale di disumanizzazione. Re-si-stiamo umani.

            La Rete è sempre stata e non può che stare dalla parte di chi mette in atto comportamenti di umanità verso chi è in pericolo, è minacciato ed offeso nella sua dignità di persona. La Rete è solidale con chi resiste nel Sud del mondo (là”) e nelle nostre società (qui), affinché i diritti di libertà e di uguaglianza trovino attuazione nella vita concreta di tutti. La Rete non può rassegnarsi alla disumanizzazione della convivenza civile, veicolata anzitutto dalla de-umanizzazione dellaltro, dello straniero, del diverso, dellemarginato, premessa a tempeste di violenza di proporzioni immani.

            Sulla soglia del nuovo anno rinnoviamo limpegno a restare umani, senza smarrite la speranza.

Un abbraccio, da Ercole con gli amici della rete di Milano.

Su ecorisveglio della settimana scorsa c’era una bella lettera di un lettore che diceva che Berlusconi tramite i sui media che vomitano cattiverie su tutto e tutti hanno creato questo senso di smarrimento nella società, che fino alle scorse elezioni era stato funzionale al suo partito. In questa tornata lo schifo della gente ha travolto anche lui. Mi ci ritrovo.

ciao
Italo

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