Da San Antonio, prendiamo una simpatica pista di circa 100km(non è uno scherzo), sterrata, piena di buchi e gobbe, e soprattutto senza ne case ne villaggi ne anima viva (a parte beninteso lama, guanachi e un paio di pastori locali che si allontanano appena ci fermiamo). La fiat siena che abbiamo noleggiato regge inaspettatamente il colpo e in sole 4 h arriviamo ad una strada asfaltata all’altro capo dell’altipiano (siamo tra i 3,5 e i 4mila), dove ci aspetta una tempesta di sabbia e sale mista ad acqua che non riesce a toccar terra tanto il vento è forte.
un trip incredibile, consiglio spassionato, se mai vi ficcaste in una situazione del genere non lesinate e prendete un 4×4 !!!!
Schiacciato tra i due enormi e potenti vicini Argentina e Brasile, l’Uruguay soffre grandemente della loro influenza, in particolare dell’ispanofona Argentina. Il tango è universalmente considerato come originario dell’Argentina, tuttavia gli uruguaiani rivendicano la paternità, offesi da questo madornale esproprio culturale.
Da notare che nel 2016, a ravvivare la diatriba, è arrivato il centenario della prima stesura della cumparsita, il più celebre tango di tutti i tempi (scritto in musica da un uruguayo ma in parole da un argentino, immaginatevi il casino..)
I nostri indomiti girellatori vi svelano infine la probabile soluzione di questa spinosa diatriba..
A voi posteri l’ardua sentenza
Ps..il candombe, invece, sono i bonghisti locali, organizzati in bande manco i fricchettoni del parco Sempione negli anni 90, che fanno prove tutto l’anno sfilando nei quartieri per prepararsi al tradizionale carnevale che dura comunque non molto, appena un mesetto… cercheremo documentazione audio, per capire se davvero anche loro suonano male da dio
girellando girellando, siamo capitati verso il parque Lecoq, che manco a dirlo è un parco zoologico, anche se di galletti non se ne sono visti.
in compenso abbondano zebre, macachi, nandù, e tanti altri, tra cui i migliori di gran lunga sono i capibara, animali super rilassati che zonzolano brucando tra le paludi fangose del sudamerica
Oggi Fortaleza del Cerro. non siamo entrati dai militari che occupano la sommità della collina all’estremità del territorio di Montevideo, perché pretendevano addirittura che li pagassimo. Un’inezia, ma si comincia con poco a finanziare l’esercito…
Ecco qualche immagine per dare un’idea general generica
civiltà nel senso di quel coacervo, agglomerato insensato di case, cose, auto, strade, gas di scarico e naturalmente le immancabili persone brulicanti ovunque. Ah, che gioia, la civiltà urbana, che relax!
la strada, nonostante le previsioni avverse, s’è percorse senza pioggia, il che dimostra ancora una volta (se qualcuno ne sentisse il bisogno) quanto siano inutili le previsioni del tempo. Nulla di particolare da segnalare…
al cabo si recupera e autoproduce tutto il possibile, cibo, elettricità, materiali di costruzione, beni di lusso , la scarsità di materiali oblige…
due esempi, un muro di bottiglie (i fricchettoni ne bevono di birre…) e una serretta (ai fricchettoni uruguayani piace molto l’orticultura, e hanno ortaggi locali davvero interessanti, in particolare i peperoni)
Immaginate la sorpresa dell’ambroeus quando stamane si è reso conto che il marrone ha preso l aereo da solo per raggiungerci fino alla Paloma. è arrivato bel bello stamattina presto in taxi, entrato in casa da solo, si è fermato per pranzo e dovrebbe ripartire entro sera per gerenzano. devo dire, l’ho trovato un po smagrito… en passant, un grazie ai prodi che lo stanno alimentando durante l’assenza di Mr Milani